Tanti modi di fare, atteggiamenti e comportamenti della gente, risultano condizionati proprio da quelle credenze alle quali si nega ogni fondamento o che si vorrebbero ignorare. Si tratta di credenze, tramandate di generazione in generazione, che trovano terreno fertile nella mentalità di gran parte delle persone. Succede spesso che, una persona a conoscenza di una certa superstizione, anche se si dice convinta che sia cosa del tutto ridicola, finisca con l'adottare il rimedio conosciuto per scongiurare il presunto pericolo. Molti evitano di passare sotto ad una scala a pioli appoggiata ad un muro. Altri temono se un gatto nero gli attraversa la strada, altri ancora cercano di evitare i numeri 13 o 17, specie se cadono di venerdì, per non parlare dell'antichissima convinzione che, di martedì e venerdì, non si devono intraprendere viaggi e non ci si deve sposare. Chi è convinto di essere fatto segno dal malocchio, spesso si tutela con corni, ferri di cavallo, gobbetti ed altri amuleti, per essere salvaguardato e protetto. Tutt'oggi alcuni rimedi per proteggersi da temute sventure sono quelli di toccare ferro quando si incontra un presunto jettatore o un carro funebre senza la bara, fare le corna con una o con tutte e due le mani, o addirittura per taluni uomini, toccarsi le parti intime, possibilmente di nascosto. Si tratta di credenze e riti con funzione scaramantica, certamente criticabili, ma la cui permanenza nel tempo, sino ai nostri giorni, è un dato di fatto che invita a riflettere sul loro significato antropologico ancora non del tutto compreso.