Pane quotidiano

L’invisibile mercato mondiale del grano tra XIX e XX secolo

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Quando e come il grano, per millenni merce scarsa, deperibile e difficile da conservare e trasportare, è diventato una commodity scambiata in immense quantità, prevalentemente da pochissimi, «faustiani», giganti mondiali? A partire da uno sguardo sui complessi e angusti mercati di ancien régime, dove gli scambi erano convulsi, frammentati, opachi, soggetti al rischio costante del clima, delle guerre e dell’arbitrarietà dei governi e soprattutto a corta portata, questo libro ripercorre l’imponente ma sottostimata «Rivoluzione commerciale» che da metà Ottocento ha fatto del grano una merce improvvisamente «facile» da trasportare e negoziare su scala planetaria. È infatti a ridosso del mercato del grano che nascono sia le prime grandi multinazionali moderne sia il mercato dei derivati finanziari: quei contratti future, divenuti negli ultimi decenni protagonisti della scena finanziaria mondiale, ma nati come assicurazione contro l’oscillazione dei prezzi del grano nella Chicago di metà Ottocento. Nel delineare le «vie del grano» apertesi tra Otto e Novecento, a ridosso della messa a coltura di interi continenti, incontreremo i riservatissimi attori di questo inedito mercato mondiale, dominato da una vera «passione per la segretezza»: attraverso di loro si potranno ripercorrere i meccanismi e le tappe fondamentali dell’evoluzione di un mercato strategico per la sopravvivenza dell’umanità. Scoprendo che il grano ti porta dove vuole: nelle cucine di campagna e nei giganteschi stabilimenti molitori di Minneapolis, nelle aule parlamentari e nelle nuove borse merci ad esso dedicate, nelle foschie dei conflitti geopolitici e negli intrighi dello spionaggio industriale, nella letteratura e nelle guerre alla pirateria, nei codici criptati della telegrafia intercontinentale e nella rivoluzione oceanografica.

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