Un mese fa scompariva Luigi Sturzo. La sua morte ha profondamente commosso non soltanto quanti furono a lui vicini e lo conobbero, ma l'intero Paese. Sturzo è morto a ottantotto anni. Ha cominciato a fare politica a ventiquattro anni. Gli italiani del primo dopoguerra lo avevano conosciuto per le sue coraggiose battaglie politiche, che tante polemiche suscitarono. Anche quando fu costretto all'esilio dal fascismo, il suo nome continuò a essere ricordato come quello di un oppositore intransigente e fermo del fascismo, come quello di uno strenuo difensore delle libertà politiche e civili. Nel ventennio fascista soltanto i vecchi amici riuscivano a sapere qualcosa della sua infaticabile attività politica all'estero, spesa al servizio di un avvenire migliore per l'Italia. Quando il fascismo precipitò l'Italia nel baratro della seconda guerra mondiale, Sturzo fu la personalità più eminente, che, prima a Londra, poi negli Stati Uniti tenne alto il nome del nostro Paese, e che impiegò ogni energia per convincere gli alleati a distinguere il nostro popolo dal regime fascista. Rientrò in Italia nel 1946, circondato dalla stima di quanti non avevano dimenticato la sua battaglia antifascista per un regime libero e democratico del nostro Paese.