Il vagabondo di Dio

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Questo è il racconto in prima persona di István Regoczi, il vagabondo di Dio, che un giorno, giovane studente dalle scarpe consumate e i vestiti logori, è partito dalle rive del Danubio, dalla lontana Ungheria, per diventare sacerdote nelle Fiandre. La vicenda di don István percorre quasi un secolo di storia: l’infanzia a Budapest, tra fede, poesia e povertà nei duri anni della prima guerra mondiale e dell’immediato dopoguerra. I viaggi in bicicletta – sua inseparabile compagna – tra Ungheria e Belgio, per realizzare il suo sogno di diventare sacerdote. In Ungheria, la sua grande forza d’animo e perseveranza lo porteranno a farsi padre, amico e maestro di centinaia di orfani che raccoglierà attorno a sé: sono i suoi “aquilotti”, bambini di strada, orfani, abbandonati, piccoli vagabondi, “ai quali il più generoso ideale cristiano avrebbe dato ali perché si elevassero nelle altezze”. Segue la straordinaria testimonianza di fede, vissuta eroicamente sotto l’occupazione sovietica che vedrà Regoczi unito al coro silenzioso dei tanti martiri e testimoni della Chiesa dell’est nel XX secolo. E poi ancora una nuova peregrinazione: la prigionia e il campo di concentramento. Nella sofferenza e nelle privazioni, il rosario, la Messa e la Via Crucis restavano la sua consolazione. Sacerdote solitario e vagabondo sulle tracce di Dio, per tutta la vita don István Regoczi ha sempre trovato un luogo di missione e di apostolato, in una trama di incontri e conversazioni sulle alte vette della fede e dell’amore per il prossimo. István Regoczi nasce a Budapest nel 1915. Ordinato sacerdote in Belgio nel 1943, esercita il suo ministero in Ungheria come sacerdote diocesano. Durante la seconda guerra mondiale spende tutte le sue forze in favore dei più piccoli. Straordinario testimone di fede durante tutta la sua vita, sotto il regime sovietico e nella successiva opera di ricostruzione spirituale del suo popolo, don István collabora per lunghi anni con Madre Julia Verhaeghe, fiamminga, fondatrice della Famiglia spirituale “L’Opera” (Familia Spiritualis Opus). Muore il 28 febbraio 2013 nel centro di adorazione e di espiazione da lui creato nella Cappella di Kútvölgy, a Budapest.

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