Leesfragment
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È il 2020 e una coppia trasloca in un nuovo appartamento: lei è incinta e, mentre svuotano gli scatoloni, sembrano felici. È il 2050 e lo stesso uomo torna in quell'appartamento per rincontrare la figlia. In trent'anni è cambiato tutto: le ambizioni e le aspirazioni del gruppo di amici di cui faceva parte non si sono realizzate, l'amore di un tempo è stato sostituito con un altro, la vita è diventata tutto tranne ciò che aveva desiderato. Gli anni, la prima delle due opere di Mariano Pensotti qui raccolte, parte proprio dallo iato tra queste due scene per interrogarsi su quale sia lo scarto tra chi siamo, chi vorremmo essere e chi alla fine diventeremo. Un tentativo di rispondere all'umana domanda: cosa rimarrà del presente che stiamo vivendo? Lo spettacolo racconta invece la realizzazione di un'opera mastodontica: la messa in scena di un'esistenza intera, su un gigantesco palcoscenico nella pampa, a opera di un regista visionario, sul cui conto si rincorrono solo leggende. Una vicenda a metà tra i romanzi di Roberto Bolaño e il Fitzcarraldo di Werner Herzog, attraverso cui Pensotti indaga i rapporti tra realtà e finzione, e soprattutto tra ciò che viene raccontato e ciò che è, per sua natura, ineffabile. Questo volume ci mostra il frutto della recente ricerca drammaturgica di Mariano Pensotti, uno degli autori più interessanti della sua generazione: due testi illuminanti, che, per usare le parole del curatore Davide Carnevali, danno una forma al «nostro disperato bisogno di storie, alla nostra cocciuta ostinazione a voler afferrare e comprendere l'esistenza attraverso la struttura perversa della rappresentazione».

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