Il cristianesimo è una faccenda che riguarda essenzialmente la gioia, la felicità di vivere sotto lo sguardo di un Dio che esiste in quanto bontà. E invece, quando si parla di Chiesa, in molti si immaginano «uomini anziani vestiti in modo strano che dicono alla gente come si deve comportare a letto», come annota, con il suo tipico humour britannico, Timothy Radcliffe. Per tale ragione è stato scritto questo libro: per spiegare che nei nostri giorni incerti, segnati dalla paura del terrorismo, dalla sfiducia verso il futuro, da una crisi economica che sembra scartare intere popolazioni, l’annuncio del Vangelo può risuonare, come duemila anni fa, in tutta la sua freschezza. Perché la vicenda di Gesù ha a che fare con le nostre aspirazioni più profonde: il desiderio di essere amati, il sogno di felicità che ci rende inquieti. Incontrando i cristiani in Iraq, testimoni di speranza dentro le violenze dell’Isis, dialogando con i dubbi e gli slanci dei giovani di Londra, confrontandosi con l’attuale stagnazione dell’economia, attingendo al carisma di Domenico, «il santo che amava bere e fare chiasso», Radcliffe ci accompagna alla scoperta di una fede che è sempre una sorpresa, una finestra sul mistero per il quale siamo stati creati. E che ci attende per farci sentire a casa.