Il docente "esperto"

La "buona" scuola, #4

Reeks: La "buona" scuola

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Il Draghistan era appena stato relegato nelle polverose stanze di Palazzo Kitsch per il rituale "disbrigo degli affari correnti".

Ma il rancore, evidentemente non gli mancava, se è vero, come è vero, che prima di far fagotto, il governo dell'assembramento ha magicamente tirato fuori dal cilindro la figura del "docente esperto".

Un incidente spiacevole e deplorevole. Un autogol, l'ennesimo. Una iniziativa da censurare fin dalle parole.

"Esperto" in cosa? Un docente dovrebbe essere esperto e aggiornato sulla sua disciplina di insegnamento e su tutte le norme e direttive che gli possano permettere di esercitare al meglio il suo delicato mestiere. Invece no. Si è tentato di inserire una definizione indubbiamente discriminatoria. Perché se c'è bisogno di personale con diversi ruoli e diverse funzioni che dal 2023 (nientemeno!) comincino ad operare e a percepire circa 5600 euro lordi in più all'anno, e li si chiama "docenti esperti" è segno evidente che quelli che attualmente insegnano tanto "esperti" non lo sono.

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Il testo è tratto dal libro "La buona scuola" di Valerio Di Stefano

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