Xiao Ding è un uomo fortunato: è giovane, bello, vive a Nanchino in un appartamento di cui è proprietario e fa lo scrittore, un mestiere che gli offre libertà e prestigio. È desiderato dalle donne e invidiato dagli amici impiegati. Ma qualcosa non va, fortuna e libertà hanno su di lui un effetto negativo e Xiao Ding si trova a trascorrere le giornate all'insegna dell'immobilità e dell'inettitudine, senza produrre una sola riga, senza agire, senza provare sentimenti e senza instaurare relazioni. Mentre un anno trascorre frenetico nella metropoli sempre più ricca e congestionata, Ding preferisce rimanere immobile e posare il suo sguardo ironico sugli esseri umani che lo circondano: dal padre ossessivamente dedito al lavoro e alla cura di sé, alla fidanzata Xiao Chu con cui non riesce a comunicare, alle coppie di amici che, al contrario di lui, sono vitali e attivi. Il suo umorismo si rivela però un'arma a doppio taglio: non lo risparmia a se stesso e lo fa scivolare verso una lucida e paralizzante presa di coscienza della propria indifferenza e del proprio cinismo. La disincantata voce di Zhu Wen racconta di un’inedita Cina contemporanea, individualista e stagnante, molto lontana dall'immagine di efficienza e aggregazione a cui i luoghi comuni ci hanno abituati.